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LA STORIA DEL PROGETTO

 

Nel più ampio contesto del “Laboratorio Teatrale Centri Diurni Girasole e Macondo” 

condotto da Sabina Proietti (regista e pedagogista teatrale che da anni collabora con la COOP Casaligha, ATI), nel 2012 si è sperimentata la possibilità di un lavoro più intensivo e mirato con due dei ragazzi/attori che frequentano i centri diurni insieme ad una danzatrice con una formazione di Dance-ability.

La Dance-ability è una tecnica che permette a persone abili e disabili di incontrarsi per danzare insieme. E’ nata negli Stati Uniti all’inizio degli anni ‘90 con lo scopo di rendere accessibile  il linguaggio della danza a tutti, non ha finalità danza-terapeutiche né riabilitative ma si pone l’obiettivo artistico di poter superare il concetto di “abilità” nel contesto artistico espressivo.

 

ABOUT

FABRIZIO

Attore

Centro Diurno "Girasole"

VERONICA

Danzatrice

Formazione Classica e Moderna

MATTEO

Attore

Centro Diurno "Girasole"

Gli obiettivi di questo lavoro, inizialmente erano quelli di sperimentare un setting laboratoriale più ristretto e concentrato con due ragazzi del gruppo  che, per interesse all’attività uno e per propensione naturale l’altro, hanno mostrato una evidente volontà ad approfondire questo linguaggio espressivo.

L’idea inoltre di favorire l’incontro con una danzatrice professionista ci dava la possibilità di osservare come i ragazzi fossero in grado di relazionarsi con qualcuno che non rivestisse  quei soliti ruoli a cui erano abituati come quello dell’ “operatrice”, “insegnante”, “genitore” etc … ma qualcuno che, con la propria esperienza , potesse mettere in risalto come anche un’attività artistica come quella teatrale, se vissuta con impegno e passione, possa diventare un lavoro, dando così un’importanza e valore allo spazio che ormai da diversi anni abitano i ragazzi che frequentano i centri diurni Usl a Terni.

Questi obiettivi iniziali hanno poi avuto modo di ampliarsi e diventare più ambiziosi.

 

La scelta registica di far interpretare il ruolo femminile dello spettacolo a tre danzatrici differenti è risultato essere un ottimo pretesto per rendere il lavoro non ripetitivo e mettere in evidenza come, anche nel teatro, ogni soggettività crea e trasforma il contesto e le relazioni. Le diverse personalità con cui i due ragazzi si sono messi in relazioni  li hanno messi in condizione di non focalizzare l’attenzione sulla coreografia, sul copione e sul testo ma su come in scena di fossero dei corpi, delle identità da ascoltare.

 

Nella prima Versione Luisa Contessa e nella seconda Daniela Marcozzi hanno interpretato La ballerina di Carta

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